Realizzare una piccola rete locale in ambito Windows non pone particolari difficoltà tecniche, in quanto il sistema propone una serie di procedure guidate concepite proprio per rendere semplici tutte le operazioni. Grazie a questa scelta, tutti gli utenti, indipendentemente dal loro grado di conoscenza informatica, sono potenzialmente in grado di condividere le risorse di sistema e apprezzare le possibilità offerte da un ambiente di rete. A volte, però, non tutto procede per il meglio: ci si perde in un dettaglio oppure non si è grado di individuare il problema che impedisce il corretto funzionamento della rete stessa.
Quasi sempre la parte più difficile è la diagnosi, ossia l’individuazione di quei fattori che non permettono alla LAN (Local Area Network, rete locale in inglese) di operare correttamente. Il motivo è semplice. Le reti implicano il funzionamento in concerto di molti elementi e ci sono quindi molti aspetti da tenere in considerazione: cavi, schede, driver, protocolli, collegamenti tra protocolli e client software, configurazione dei parametri, servizi di sistema e altro ancora. Si tratta di un elenco che potrebbe scoraggiare anche il più volenteroso dei sistemisti in erba. Fortunatamente, però, le reti sono concepite per “strati indipendenti”. In pratica, i problemi del networking sono stati suddivisi in parti ben precise, ognuna delle quali è autonoma e indipendente dalle altre. In questo modo è possibile scrivere un driver per una scheda di rete senza doversi preoccupare del TCP/IP o delle caratteristiche di condivisione dei file di Windows. Allo stesso modo un problema a un livello specifico non compromette il lavoro compiuto sugli altri strati. Un errore nella configurazione del TCP/IP non inficia cioè la configurazione del driver della scheda di rete e neppure la configurazione dei parametri di Windows o dei programmi applicativi come il browser o il client FTP. Questa suddivisione in strati non è arbitraria. Si tratta invece di una specifica ben documentata e nota con il nome di ISO OSI. ISO è un’organizzazione nata negli anni Quaranta con lo scopo di proporre normative comuni (standard) internazionali.
I membri sono oltre settanta enti nazionali (tra questi anche l’ANSI americana e l’UNI italiana). Tra i più importanti lavori di ISO c’è appunto OSI (acronimo di Open System Interconnection), il modello di suddivisione della rete in sette livelli, appunto.
Oggi questo modello sembra una banalità, ma fino a pochi anni fa le reti locali erano costruite in maniera proprietaria e monolitica. Una scheda di rete funzionava solo su un sistema operativo preciso su cui dovevano essere installate applicazioni di rete progettate appositamente per quella piattaforma. Persino i cavi erano proprietari e, pertanto, i cablaggi dei produttori concorrenti non erano compatibili tra loro. Acquistare una rete in quegli anni equivaleva dunque a “sposare” la tecnologia di un unico produttore. Dall’apertura e dalla suddivisione in livelli dell’ISO sono derivati molti vantaggi, anche nell’ambito della diagnostica. Grazie a questa scelta, infatti, è oggi possibile concentrarsi sul singolo problema, dimenticando tutti gli aspetti tecnici che stanno “sopra” o “sotto” il guasto.