Fattori di scelta
L’elenco delle caratteristiche di un monitor TV riportato nelle brochure e nei siti dei produttori è piuttosto lungo, e quindi può risultare difficile individuare le cose veramente importanti.
Anche perché il marketing da tempo ci ha messo lo zampino, “pompando” a dismisura alcuni dati che, proprio per questo, sono diventati poco significativi (vedi box “Il problema delle misure”). Vediamo quindi quali sono le cose di cui tenere realmente conto.
1. Dimensioni
La decisione di acquistare un monitor T V scaturisce spesso da un problema di spazio insufficiente a installare due apparecchi distinti. Le dimensioni, quindi, contano… La maggior parte dei monitor TV in commercio va dai 19” ai 26”, e presenta quindi schermi con diagonali comprese fra 47,5 e 66 centimetri. L’ingombro complessivo è direttamente correlato a quello del display, perché la maggior parte dei monitor ha oramai un’estetica minimalista, con la cornice ridotta al minimo. Solo alcuni modelli presentano altoparlanti laterali o posti in una fascia sotto lo schermo, e in questi casi l’ingombro cresce leggermente.
Una certa differenza si nota fra i monitor di tipo 4:3 e quelli 16:9 o 16:10: questi ultimi tendono a essere più larghi a parità di pollici, e se lo spazio a disposizione è veramente poco è opportuno tenerne conto.
Nessun problema invece per quanto riguarda la profondità, che invece era spesso un fattore critico ai tempi dei vecchi monitor a tubo catodico. Tuttavia, tenete conto che lo spessore reale di un LCD non è dato dallo schermo, bensì dal piede di supporto, a volte piuttosto ingombrante. È di quello che dovrete tener conto nel calcolare lo spazio effettivamente occupato sulla vostra scrivania.
Da un punto di vista televisivo, infine, tenete conto che le misure da 19 a 22 pollici sono adatte solo alla visione ravvicinata in ambienti piccoli, mentre i modelli da 24 a 26 pollici si prestano anche all’uso in ambienti più grandi e non fanno rimpiangere troppo i 32” che troneggiano nel soggiorno.
2. Risoluzione
Il “mondo” della TV e quello del PC hanno viaggiato per anni subinari distinti per quanto riguarda la risoluzione degli schermi. Oggi la situazione è migliorata, fortunatamente: il Full HD televisivo (1.920×1.080 pixel) è ora facilmente riproducibile da monitor per PC con risoluzione di 1.920×1.200 pixel; le altre risoluzioni si adattano con leggere scalature alle varie esigenze.
La misura di 1.680×1.050, tipica dei monitor da 21 a 23 pollici, si presta bene a visualizzare l’Half HD, così come il 1.440×900 tipico dei 19-20 pollici; anche il 1.024×768 è ancora più che sufficiente. Tenete presente che la tecnologia LCD fa sì che, quando si usa un monitor come tale, la risoluzione nativa del pannello sia l’unica realmente utilizzabile: la scalatura (“scaling”) delle immagini, che non dà alcun problemi con il segnale televisivo, produrrebbe infatti evidenti effetti di “aliasing” (imperfezioni, scanalature e riduzione del dettaglio) sulle videate del PC.
3. Tempo di risposta
Non tutti i pannelli hanno la stessa “velocità”: alcuni sono più lenti di altri a cambiare immagine. Questa velocità è misurata dal “tempo di risposta”, espresso in millisecondi.
I pannelli veloci, adatti all’uso televisivo, hanno tempi intorno ai 2-5 millisecondi. I pannelli lenti soffrono ovviamente di “effetto scia” quando mostrano immagini in movimento, e quindi in genere i produttori evitano di montarli sui monitor TV. Il fatto è che proprio i pannelli lenti hanno la resa migliore come accuratezza del colore… Quindi, se usate il monitor principalmente per il fotoritocco, forse la scelta di un monitor TV come periferica non è la più indicata.
4. Contrasto, luminosità, angolo visuale
Questi tre dati dovrebbero definire la “qualità” del pannello. Purtroppo, non si può fare affidamento sulle misure dichiarate, e la cosa migliore è guardare il monitor in funzione di persona. Fategli visualizzare delle foto con neri profondi e bianchi puri per valutare il contrasto effettivo e la luminosità, e altre molto colorate per stimare l’angolo di visuale (la maggior parte dei monitor mostra colori alterati già intorno ai 60 gradi fuori asse).
5. Connessioni
Da una periferica come il monitor TV si pretende la massima versatilità nei collegamenti, sia nell’uso informatico che in quello televisivo. Il punto di contatto fra i due mondi è il connettore HDMI, di cui parliamo più estesamente nel riquadro omonimo che trovate in queste pagine.
Si tratta di una soluzione ideale sia in termini di qualità (il segnale viaggia sempre in digitale) sia per la versatilità (un solo cavo porta video, audio e segnali di controllo); inoltre, supporta lo standard HDCP per la visione dei contenuti protetti. Purtroppo si tratta di uno standard relativamente recente, quindi nelle nostre case avremo decine di apparecchi che usano altri tipi di interfaccia. Per questa ragione è consigliabile che sul monitor siano presenti i principali connettori tradizionali. Per l’uso informatico, servono almeno il DVI e il VGA (Sub-D 15 poli).
Per l’uso televisivo, oltre al classico e obbligatorio ingresso d’antenna, sono consigliati una SCART e un video composito; se poi sono presenti anche S-Video e Video a Componenti è meglio. Per la parte audio, devono essere presenti almeno un ingresso analogico (per l’audio stereo in arrivo dal PC) e un’uscita digitale (per l’audio 5.1 canali del sintonizzatore TV, da mandare all’impianto home theater).
6. Sintonizzatore
In Italia non è più permesso vendere televisori con sintonizzatore esclusivamente analogico. Tuttavia, non tutti i sintonizzatori DVB-T sono uguali. I più economici, per esempio, non ricevono i programmi in HD (alta definizione), altri non consentono di sintonizzare le radio digitali.Controllate quindi che queste funzioni siano esplicitamente previste nella documentazione dell’apparecchio. Infine, la limitazione più grossa: molti monitor TV incorporano sintonizzatori di tipo “zapper”, eufemismo per dire (anzi, per “non dire”) che non sono dotati dello slot indispensabile per ricevere le TV a pagamento. Se quindi siete appassionati di calcio, cinema e altri programmi che richiedono forme di abbonamento o“pay per view”, controllate che il dispositivo sia dotato di uno slot per le relative schede (in genere è indicato come slot “cam” o “CI”, common interface).
I dettagli
Oltre alle caratteristiche principali appena passate in rassegna, esistono altri “dettagli” di cui tenere conto se avete esigenze specifiche. Il consumo, per esempio, che aumenta con le dimensioni del pannello. A parità di dimensioni, generalmente consumano di meno i monitor retroilluminati a LED rispetto a quelli che usano le classiche lampade a catodo freddo (CCFL). Il sistema di retroilluminazione a LED, inoltre, dura di più nel tempo, occupa meno spazio (il monitor quindi è più sottile) ed in genere offre un’illuminazione più uniforme.
Per queste ragioni i produttori stanno migrando la maggior parte dei display a questo tipo di tecnologia, che dovrebbe presto diventare lo standard. Un’altra caratteristica che è ormai diventata “standard di fatto”, malgrado non sia la soluzione migliore, è quella del pannello a superficie lucida.
Rispetto ai pannelli antiriflesso, quelli lucidi hanno una resa apparentemente migliore dal punto di vista del contrasto e riproducono colori più vivaci; purtroppo, creano anche maggiori problemi di collocazione in ambiente perché ogni fonte luminosa viene riflessa come in uno specchio. È difficile (per non dire impossibile) trovare un monitor TV che non sia lucido.
[quote] Lo spazio dei colori visibili (CIElab) è rappresentato di solito con grafici come questo. Il triangolo nero all’interno delimita i colori riproducibili nello spazio colore sRGB, molto simile a quello di un televisore PAL[/quote]
Se quindi il vostro ambiente pone problemi di illuminazione sul display (per esempio se è circondato da molte finestre), vi conviene valutare attentamente se procedere all’acquisto o meno. Un altro dettaglio interessante è il supporto. Il “piede” di appoggio del monitor dovrebbe permetterne almeno la rotazione orizzontale, per poter servire due punti di visione (“da scrivania” e “da divano” per esempio).
Tuttavia, sono preferibili i piedi con possibilità di variare anche l’inclinazione verticale e l’altezza del monitor, perché consentono un posizionamento più ergonomico del dispositivo. Al momento, non ci risultano monitor TV dotati di funzione “pivot”, ovvero quella che consente di ruotare il video in verticale per poterlo utilizzare con documenti che si sviluppano prevalentemente in altezza, come pagine Web, documenti di testo e simili. Molti modelli in compenso hanno un sistema di montaggio “VESA compatibile”.
Questo significa che il piede è rimovibile e al suo posto è possibile installare qualsiasi supporto compatibile con gli attacchi VESA, ampliando enormemente le possibilità di collocazione in ambiente. Sul mercato sono reperibili vari tipi di staffe e bracci, per tutte le esigenze. Infine, possono entrare nel processo di valutazione cose come la presenza di prese supplementari (in particolare prese USB riportate dal PC, comode per collegare chiavette di memoria o periferiche come mouse, tastiera, lettori di schede flash); la qualità dell’audio integrato (in particolare se pensate di non ricorrere a un sistema home theater dedicato); l’ergonomia del telecomando (i migliori sono quelli con tasti differenziati per funzione, e magari retroilluminati o fosforescenti).